Un’iniziativa originale, che fa rete tra le scuole cattoliche della Diocesi di Rieti e che stavolta non vede protagonisti i bambini, ma i genitori. Con sacrificio e impegno costanti, papà e mamme si sono messi in gioco come attori, costumisti, cantanti e ballerini, e saranno loro a calcare domani il palcoscenico del teatro Flavio Vespasiano con il musical “Forza venite gente” del maestro Paulicelli, applauditi dai loro piccoli.
Creatività e condivisione
Un’idea nata con l’intento di creare amicizia, solidarietà e fraternità, costruire legami e conoscersi a partire dalla voglia di stare insieme con creatività e spirito di condivisione. È a partire da questo spirito che i genitori, dopo le loro consuete giornate di lavoro, hanno deciso di cimentarsi con arti a loro del tutto nuove, senza paura di affrontare giovedì 23 maggio in duplice replica, alle ore 17 e alle ore 21, il musical degli anni ’80 rivisitato dalla “Compagnia di Francesco” composta da volenterosi mamme e papà.
Con lo sguardo a Francesco
La commedia musicale, ispirata alla vita del poverello di Assisi ma soprattutto del san Francesco da Rieti, è stata interamente riadattata, fin nei più minuziosi dettagli, dai genitori. E la forza e la riuscita di questo spettacolo sta nella gioia di vedere mamme trasformate per in sarte di fortuna, ma anche virtuose ballerine, cantanti, truccatrici.
E papà diventati pittori, falegnami, attori. Il tutto condito da fatica, ma anche da tante occasioni di divertimento da cogliere insieme sotto gli occhi stupiti e affascinati dei bambini. Sono stati circa sessanta i genitori che hanno risposto alla chiamata delle dirigenti, e come fosse la cosa più normale del mondo anche le suore si sono ritrovate a ballare e recitare. «I canti e i balli li sanno a memoria più i nostri figli che noi – dice un padre durante le prove – e partecipando sia io che mia moglie capita che alla sera si ripetano le battute tutti insieme».
Grande impegno
Un grande impegno personale per tutti, partito in sordina lo scorso ottobre e portato avanti con due, tre prove settimanali fino al momento del debutto, nei locali dell’asilo “Emilio Maraini” delle Suore di Santa Filippa Mareri, o nell’istituto del “Bambino Gesù” e in quello del “Divino Amore”, trasformati per l’occasione in sartorie e laboratori dove cucire gli abiti di scena e creare scenografie. E dove l’atmosfera di entusiasmo e gioia non è mai venuta meno. La gioia di chi, genitore, ha scelto di mettersi in gioco per il proprio figlio. Di chi, stanco dopo una giornata di lavoro, sa donare il proprio tempo per quegli “occhietti vispi” che spensierati correvano giocando tra un canto e un ballo o ridevano meravigliati vedendo i loro papà vestiti da frati. E dopo le prove, non è mancata la condivisione di piccole cene o allegri festeggiamenti di compleanni, costruendo una fitta rete di relazioni di amicizia e complicità. Signore che fino a pochi mesi prima non si conoscevano, e si sono ritrovate a scambiarsi consigli su acconciature e abiti, passi di danza e inflessioni di voce. E uomini usciti dai panni ingessati dei loro rispettivi impieghi che si sono ritrovati ad imparare presenza scenica, trucchi di regia e intonazioni. Relazioni portate avanti costantemente per mesi interi, che costituiscono di per sé il vero successo, a prescindere dal favore di pubblico che riscuoterà lo spettacolo.
Verso il debutto
Tanti i genitori-attori che emozionati saliranno per la prima volta sul palcoscenico: Francesco, Bernardone, Santa Chiara e la Cenciosa uniti al Diavolo, e poi il lupo, le suore, i frati e le popolane, nella cornice perfetta e carica di spiritualità della Valle Santa reatina, con i suoi santi Felice, Giuseppe e Filippa. Una Chiesa in “uscita”, come quella voluta tanto da papa Francesco, una Chiesa che si è proposta senza “muri”, senza “frontiere” di scuole ma solo come una “piazza”, luogo prezioso di incontro e di testimonianza cristiana. Uomini e donne che in una realtà aggregante come può essere il teatro, hanno saputo testimoniare la gioia di essere padri e madri, mettendoci “cuore, mani, e testa”, rendendo questo sogno una realtà.
Un progetto triennale
Un sogno che le dirigenti scolastiche di tutte le scuole paritarie della diocesi hanno voluto rendere realtà attraverso un progetto educativo-didattico di più ampio respiro. Uno percorso partito all’inizio dell’anno scolastico con la festa della scuola sul Terminillo organizzata dal comitato genitori “ai confini della famiglia”.
La manifestazione è infatti inserita in un progetto scolastico triennale, che vede le scuole paritarie mettersi per la prima volta “in rete” per approfondire la figura e l’opera di san Francesco nel nostro territorio, convinte dell’importanza del dare unità e forza al processo didattico. Un complesso di azioni che pone al centro la Scuola come luogo di accoglienza e di confronto nelle diversità culturali, etniche e religiose, luogo in cui tutti i bambini e le loro famiglie si sentano accettati nelle loro diversità imparando a prendersi cura l’uno dell’altro.
Le dirigenti scolastiche, felici dell’entusiasmo dimostrato dalle famiglie, si dicono convinte che «solo la relazione vera fra genitori e scuola trasforma e sostiene l’evoluzione delle potenzialità dei bambini» e che «lo scambio di esperienze fra genitori all’interno di un contesto educativo favorisce l’evoluzione costruttiva e progressiva di un agire sereno e consapevole dei bambini», carisma essenziale della Scuola Cattolica.
Con il contributo di tanti
Tanti i grazie che vanno a chi a vario titolo ha contribuito alla realizzazione del musical: a monsignor Pompili che ha creduto nel progetto scolastico permettendone la sua realizzazione attraverso l’Ufficio Scuola della Diocesi, alla generosità di alcuni genitori, all’equipe organizzativa composta da Maria Rosaria De Rossi, Paolo Paniconi, suor Patrizia Cimmino, Desirè Proietti Lupi, Giovanni Tomassetti, suor Kristina Gjonaj, Andrea Pitoni, Alessio Angelucci, Martina Ricciutelli, Laura Cardini, Martina Di Marco e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, che hanno messo gratuitamente a disposizione le loro competenze professionali, e i loro preziosi consigli. Ma il grazie più sincero va soprattutto ai bambini, collante essenziale, garbato e vivace di tutte le iniziative delle scuole paritarie. E ora “Forza, venite gente”. Si va in scena.