A pochi giorni dall’uscita della Quarta Indagine Nazionale sull’Insegnamento della Religione Cattolica in Italia, edita da Elledici e a trent’anni dal nuovo assetto dell’Insegnamento della Religione Cattolica, ridefinito istituzionalmente dall’Accordo di Revisione del Concordato nel 1984, l’ora di Religione si riconferma nel tempo come una disciplina significativa, condivisa e frequentata dalla stragrande maggioranza di famiglie e studenti (86% della popolazione scolastica italiana), segno reale di un legame solido con la nostra identità religiosa che sa rispondere alle esigenze di una società globalizzata e sempre più interculturale.
Recentemente Papa Francesco durante l’incontro con la classe dirigente del Brasile ha detto: “La laicità dello Stato favorisce la pacifica convivenza tra religioni diverse”. “Senza assumere come propria nessuna posizione confessionale – ha spiegato Bergoglio – la laicità dello Stato rispetta e valorizza la presenza del fattore religioso nella società, favorendone le sue espressioni concrete”.
L’ora di Religione si pone all’interno del percorso formativo e ne è parte integrante; essa concorre in modo originale e specifico, alla formazione dell’uomo e del cittadino, favorendo lo sviluppo della personalità dell’alunno nella dimensione religiosa.
E’ quindi una disciplina che entra a pieno titolo nei curriculi scolastici, è aperta a tutti e non solo a chi professa la fede cattolica, ma anche a tutti quegli alunni di fede diversa o non credenti.
Fornisce all’alunno i valori religiosi, culturali, etici necessari perchè possa rispondere agli interrogativi della vita attraverso una consapevolezza personale e un approfondimento delle radici dell’evento cristiano anche nella cultura e nell’arte.
Questa disciplina è impartita da docenti in possesso di opportuni titoli di studio e del regolare superamento del concorso statale, come avviene per tutti i docenti delle Scuole pubbliche statali. Sono quindi docenti che entrano nella Scuola italiana, con la loro piena professionalità, godendo di tutti quei diritti e doveri che hanno anche gli insegnanti delle altre discipline scolastiche.
Nell’Accordo di revisione del Concordato Lateranense tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede del 1984 all’art. 9.2, si legge infatti:
La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni, ordine e grado. Nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori, è garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento. All’atto dell’iscrizione gli studenti o i loro genitori eserciteranno tale diritto, su richiesta dell’autorità scolastica, senza che la loro scelta possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione.
Da quanto sopra, è evidente che lo Stato italiano riconosce in questa disciplina il valore della cultura religiosa cattolica e i suoi valori, come substrato culturale dell’Italia.
Riconoscere questo non vuol dire convertirsi al cattolicesimo ma negarlo condurrebbe a negare le proprie radici culturali e storiche senza le quali non si può comprendere la nostra storia, il nostro pensiero e non si può aprire alcun dialogo con le altre culture perché non c’è dialogo senza identità culturale.
Nello stesso comma tuttavia è garantita la libertà individuale di scelta in quanto è resa lecita la possibilità di non avvalersi di tale insegnamento. In questo caso le scuole devono attivare attività alternative.
Ma la libertà religiosa è garantita anche da altre Intese definite con le altre Confessioni, tra le quali quella ebraica, che prevedono uno studio approfondito dei fenomeni religiosi.
In conclusione l’I.R.C. vuole essere, nella piena e consapevole libertà personale, una proposta di percorsi e di stimoli interessanti che facilitano la riflessione, la ricerca ed il confronto sui grandi perché della vita e sulle possibili risposte che la religione offre allo studente di oggi e al cittadino di domani.
In allegato Messaggio della Presidenza CEI a.s. 2017/18